SUGGERIMENTI DI VITA

Suggerimenti, ma non consigli, perchè...

Proverbi Siciliani

Etna Etna "...dintra ciai lu focu fora la nivi..."

Acqua, cunsigghi e sali, senza dumannati, non ni dari
Acqua, consigli e sale non darne se non te ne chiedono.

Bon tempu e malu tempu non dura tuttu tempu
Bel tempo e cattivo tempo non durano tutto il tempo.

'Mpidimentu ppi giuvamentu
Impedimento per giovamento (non tutto il male vien per nuocere).

Calati junco, ca passa la china
Piegati giunco, se la corrente è forte (bisogna sapersi adattare alle circostanze).

Non troppu duci si no t'agghiuttu, non troppu amaru si no t'iettu.
Non troppo dolce se no ti inghiotto, non troppo amaro se no ti butto via.

A megghiu parola è chidda ca non si dici.
La miglior parola è quella che non si pronuncia.

Megghiu arrussiri `na vota ca ingialiniri centu voti.
Meglio arrossire una volta che impallidire cento.

“Essiri non si pò chiù di 'na vota” ci dissi lu muzzuni a la cannata.
“Non si può vivere più di una volta” disse il coccio all'anfora.
(Ho introdotto questo proverbio nella mia canzone “U Diamanti Virdi”.)


... uno genovese...

Sciuscià e sciorbì no se peu
Non si può succhiare e soffiare allo stesso tempo (non si può avere tutto dalla vita).


... uno argentino...

Mate

El hombre que calienta el agua no es el hombre que toma el mate
L'uomo che scalda l'acqua non è l'uomo che beve il mate.









... e uno spagnolo

Si hay remedio, ¿por qué te preocupas? Y si no hay remedio, ¿por qué te preocupas?
Se c'è soluzione, perchè ti preoccupi? E se non c'è soluzione, perchè ti preoccupi?


Come dice Julio: "Tengo muchísima disciplina"

Il mio insegnante di Astronomia era il Prof. Attilio Traversa. Il Prof. Traversa non usava libro di testo; dovevamo studiare sugli appunti che prendevamo in classe durante le sue lezioni e che poi ricopiavamo in bella a casa. Quando faceva un compito in classe, dopo averci dettato le domande restava in aula per 5 minuti e poi se ne andava, per tornare solo alla fine del tempo che ci aveva concesso. Quei minuti gli servivano per individuare gli studenti che avevano studiato - e che iniziavano subito a scrivere - e gli studenti che invece avrebbero copiato. Agli studenti che ottenevano un voto insufficiente nell'elaborato, veniva assegnato come compito a casa di rispondere alle domande del compito in classe. In tal modo ci ritrovavamo a scrivere le stesse note 3 o più volte finendo così con il memorizzarle.
Un mio compagno che abitava fuori Genova dovette andare a ripetizione da lui. Il Prof. Traversa gli diede appuntamento a casa propria alle 7 del mattino. Il mio compagno, a causa di problemi con i mezzi di trasporto, arrivò in ritardo, e a causa di ciò il professore non gli fece lezione e gli diede appuntamento per un altro giorno, alle 6 del mattino... "Ma professore..." "D'accordo, allora alle 5." "Ma professore..." "Va bene, alle 4." "...Si, professore". Il giorno stabilito, il mio compagno suonò il campanello della casa del professore alle 4 del mattino. "Professore, sono qui." "Bene, adesso aspetti 3 ore."


Taci, l'armatore ti ascolta

Porto di Camogli: arrivavano le navi da lunghe traversate transatlantiche, con le vele lacere, un albero rotto... E i marinai, preoccupati, che si dicevano l'un l'altro "Belìn, vedrai che adesso l'armatore ci farà pagare l'albero...". L'armatore, che non aveva assolutamente quell'idea in mente, sentendo i discorsi dei marinai decideva di far pagare a loro il costo del nuovo albero!


Il gioco del quindici

A Buenos Aires, sull'Augustus, io avevo il compito di controllare i documenti dei passeggeri che si imbarcavano, tra cui cittadini cileni che fuggivano dal regime di Allende. La traversata durava 28 giorni, era un viaggio faticoso, e con il passare dei giorni il menù peggiorava via via. All'imbarco guardavo in faccia le persone per capire chi era abituato a viaggiare e chi no. A questi ultimi, premurosamente, offrivo un cambio di cabina dicendo loro che gli assegnavo una sistemazione migliore; il mio obiettivo era ottenere che avessero remore a lamentarsi poi durante il viaggio. In realtà, io semplicemente li spostavo a rotazione sfruttando le due cabine che mi tenevo sempre libere...
Fu in uno di questi viaggi che si imbarcò Maria Helena. Io già componevo canzoni e a volte, durante le serate a bordo, le cantavo. Un giorno una cameriera cilena mi disse che una passeggera (Maria Helena, appunto) aveva chiesto il permesso di leggere quello che componevo. Le mie canzoni le piacquero tanto che si recò a Madrid per convincere Julio Iglesias a cantarle. Maria Helena venne anche con me a Firenze a conoscere Rosa Balistreri.


Anche le tempeste, nella vita, aiutano

Una volta durante una navigazione ci trovammo immersi nella nebbia, e non sapevamo più la nostra posizione nè potevamo stabilire la rotta. Fortunatamente ad un certo momento si scatenò un temporale. Io e il mio collega Paolo Carcavallo, grazie ai fulmini che illuminavano il cielo, riuscimmo così ad osservare le stelle e quindi a fare il punto nave.


onda rossa fondo

"Gianni Belfiore per me è uno dei più grandi scrittori mai esistiti in Italia negli ultimi cinquant’anni. E' bravissimo" Julio Iglesias